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sabato 15 settembre 2012

La padella di mia madre


Spesso mi capita di iniziare con "ogni volta". Beh si, è sempre un momento  della nostra vita che ci lascia pensare a qualcosa che riteniamo sia degno della nostra riflessione.
Quindi, ogni volta che lascio troppo spazio al mio pensiero, mi ritrovo a dover fare i conti solo successivamente con la realtà.

Solitamente prima di addormentarmi, ogni notte leggo qualcosa, ma raramente mi succede di aprire un libro a causa della mia eccessiva pigrizia in quel settore. Non sono mai stato infatti un accanito lettore di libri, ma posso dire di essere un eterno affamato di notizie, e se qualcosa mi viene in mente su un qualsiasi argomento, corro subito a digitare le parole, sinonimo della mia momentanea lacuna, sul mio cellulare collegato a Google h24. Rimesto, cambio keywords con alcune secondo me più efficaci e continuo con la ricerca...una continua ed ossessiva ricerca di un qualcosa che ancora non so. La questione giunge a spaventarmi poichè sarei capace di non andare a liberare i miei bisogni fisiologici in bagno se non ho un cellulare o un pc con me. Eh già. In effetti il momento del bagno è da sempre il miglior luogo dove poter riflettere, dove ci si isola con i propri vizi e le proprie virtù. Ed è proprio lì che nasce una delle tante mie idee che mi balenano nel cervello continuamente, ma non sono io a crearle e neppure trovano spunti in qualcosa. Nascono così come un'opera artistica, non si sa cosa si sta andando a creare, nascono punto e basta. La riflessione su cosa il nostro animo voleva comunicarci, può avvenire sempre in un secondo momento, ma non temete la "ratio" c'è sempre.
L'idea della vita e dei nostri anni che passano in ognuno di noi è sempre frequente, e basta un qualsiasi momento di estrema gioia o di estremo dolore a farci ragionare su di essa. Ma quanto più mi concentro a darne il significato ed una definizione personale, più mi alieno e sento che non bastano parole per esprimerla. Seneca pensava che la vita non fosse breve, anzi...la vita è breve per chi non sa come sfruttarla! Effettivamente non ha tutti i torti, e mi sento di condividere il suo pensiero in toto. Ma ciò che più mi terrorizza è la forma molteplice ed infinita in cui si manifesta la vita. Le mille azioni, quell'eterno movimento di fatti e pensieri di ognuno di noi dalla nascita del mondo, le relazioni tra amanti, coniugi, famiglie ed amici, le infinite professioni  ed esperienze in base al proprio periodo storico che una persona potrebbe fare, i mille luoghi e paesaggi che questo mondo ci offre costantemente. Vorrei essere così infinitamente piccolo per essere posato su una foglia in Guatemala osservando tutto quello che accade in quel momento, tutte le bestie che passano da lì e ancora essere talmente grande da avere il controllo totale su tutto ciò che si muove. Questo sì che mi angoscia e mi fa sentire così stra-maledettamente limitato, come se il tempo passasse ed io avessi la consapevolezza della mia impotenza nel poter vivere che meno di una frazione di uno 0,1% di tutto questo incanto. Vorrei immedesimarmi in ciascun essere umano e vivente per poter assaporare la vita in ogni sua angolazione, trarre le mie conclusioni e definizioni, condividere con lui i suoi momenti di dolore e quelli di gioia, mangiare mangiare mangiare fino a scoppiare e continuare ad essere affamato di sapere tutto fino al coma cerebrale.
Così capisco l'importanza della mia morte, quel momento che pone una fine a questa non misurabile passione  che scorre dirompente nelle mie vene fino a distruggerle. Deve esserci qualcosa che ponga fine a questo strazio, ma fino a quel momento, non sarò mai stato così contento di avvertire questa pulsante sofferenza.

La vita è come quella padella che mi regalò mia madre, messa su un fuoco costante lento, costruita da maestri artigiani testimoni di un patrimonio immenso e naturale. Ogni giorno ci sono pietanze nuove da provare, in altri si preferisce andare sul sicuro, sicuri di non sbagliare, prendiamo spunti e seguiamo ricette. Effettivamente c'è un tempo per mantenere i propri passi, e altri in cui bisogna osare qualcosa di nuovo. Da ogni padella si cerca di dar sempre il meglio di sè, tante volte si cena soli e il cibo risulta addirittura diverso da quando si ha qualcuno con cui condividere quel sapore. Poi quella padella con il passare dei giorni, degli anni si impregna del sapore che gli hai dato, che le tue mani e le tue azioni hanno saputo dare, e lì ti rendi conto di non poter più tornare indietro. Col tempo essa si graffia, esempi evidenti di vita vissuta ed esperienze passate, di incisioni mai dimenticate, poi s'annerisce, poi si sforma, poi osserviamo il manico spezzarsi, cerchiamo di incollarlo con i pezzi ritrovati fino al punto da risultare inutilizzabile. Ma me l'ha data mia madre, quindi la conservo e ogni volta che la guardo, non posso che ricordare tutto quello che ho gustato e ciò che ho fatto mangiare a chi mi è stato vicino.

Decido dunque di scrivere, di riempire pagine e pagine del mio stanco pc, come le dita di un pianista che non trovano mai ristoro nelle proprie note, che non sono mai abbastanza per esprimere i concetti che vuol comunicare agli altri, a tutti quelli che l'osservano che non sono che un numero esadecimale rispetto a quelli che vorrebbe raggiungere. Ma non importa, ciò che suona resterà per sempre, e questo è l'unico modo per vincere sulla morte...almeno questo è ciò che ci è concesso.

Raggiungo quindi la conclusione di scrivere un libro, anzi, spero una serie infinita di libri autobiografici di esperienze mai vissute, così da appagare momentaneamente quella folle frenesia che da tempo m'attanaglia, che mi spinge verso quell' angolo buio dell' impotenza. Utilizzerò tuttavia la fantasia delle parole come ali per sollevarmi in aria, senza avere due muri che costringono la mia vita a esperienze limitate, a sapori pre-impostati e talvolta ripetuti, proprio come se avessi il potere di conferire il dono dell'immortalità a quella padella di mia madre. Voglio continuare a fare il cuoco di infinite vite, con tutti gli ingredienti che ho a disposizione e che ho intenzione di importare da ciascun essere vivente conosciuto e che avrò la fortuna di incontrare . . . ovviamente, fino a quando mi sarà permesso, sperando che nel momento in cui non sarò più in grado di farlo avrò la fortuna di non essere cosciente.

ML

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