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martedì 31 dicembre 2013

Sulla cima dell'anno...


Questa parte dell’anno è da sempre quella che più ci induce alla riflessione, quella in cui ci si trova in una condizione obbligata di transito, come quando si raggiunge la vetta di un monte e si è costretti ad andare avanti, forse scendere, forse salire ancora.
Da quel punto così alto si analizza la strada percorsa, da lì lo sguardo s’inabissa in due ventagli di mare che dapprima potevano scorgersi da un solo lato.


Da lì il cielo si confonde con quello specchio d’acqua al tramonto, i colori del passato e futuro si mescolano divenendo meno nitidi e più uniformi … da lì ogni singolo dettaglio, esperienza, incontro, si fonde in una sola sostanza composta da quel che si ha preso, perso, sostenuto, condotto, sognato insieme ai compagni di viaggio.

Quella materia non si può toccare, la si può solo sentire.


Anche i pensieri s’amalgamano da quell’avamposto, in lontananza si può solo immaginare ad esempio l’arrivo di nuove imbarcazioni, l’intrecciarsi affannoso delle corde marinaresche, le trame delle vele sdrucite dal percuotere incessante dei venti, l’andirivieni delle tonalità di voce dei lupi di mare su quei battelli che frullano veloci insieme alle loro intenzioni.

Da quella punta così sporgente in un secondo momento inizia l’introspezione più intima: quella dei giudizi severi, quei giudizi che nessuno saprà mai, quelli che non lasciano spazio all’inganno di se stessi. Si tratta di quel talvolta impercettibile modo di fare che adottiamo per difenderci. Per una volta, in questa parte dell’anno, siamo spogliati da quei pezzi d’armatura che abbiamo trovato lungo il cammino per ripararci dai nemici e dai momenti pericolosi, da quei periodi di sfiducia e da quelli di disperazione.

I ricordi dunque riaffiorano dalle acque formando cerchi concentrici. Essi vibrando a suon delle nostre emozioni più nascoste, dei sogni più remoti e degli obiettivi mai raggiunti, si sollevano in aria rimbombando in gole e valli del nostro essere. E mentre il ticchettio avanza verso quel punto limite, quel portale immaginario convenzionale, noi ci preoccupiamo di riempire di oggetti indispensabili il nostro zaino di quel che è stato l’anno ancora corrente.

Per credere. Ancora. Per amare. Ancora. Per sognare. Ancora.


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