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venerdì 26 ottobre 2012

Laurearsi a Ferrara: il momento più basso della vita di un uomo


Da come si evince, il titolo di questo ennesimo capitolo della mia trattazione narrativa ha poco a che fare con la felicità e l’ironia che spesso colora le mie parole.
E’ un racconto pesante, intriso di orrori e misfatti, umiliazioni pubbliche e severe bastonate, torture ravvisabili in musei medioevali, di cruenti boia e di falsi sorrisi, di trasformazioni di chi hai sempre ritenuto un amico nel tuo perfetto aguzzino. No, i Goliardi non centrano questa volta, non sono loro i carnefici.
Ho sempre pensato alla fine del mio percorso di studi come un momento di gioia, di libertà infinita, di urlo, rutto e peto libero, ma quando son giunto a Ferrara tutto questo si è dissolto nell’ acido della follia più degenerante. Il momento della laurea qui si trasforma nel peggiore degli incubi che la mente umana possa essere in grado di trasfigurare: in quel momento ogni preghiera è vana . . . la definizione di pietà improvvisamente è spazzata via dal dizionario comune.

lunedì 8 ottobre 2012

UNIVERSICOMMEDIA: Giurisprudenza


Parte prima


LA DIMORA GIURIDICA




Un titolo assolutamente singolare come avrete notato, che riporta nell’ immaginario collettivo il viaggio di Dante assieme al suo amico d’avventure Virgilio. Ma non andremo all’interno dei gironi infernali . . . peggio!, in quelli delle varie facoltà dell’ Università di Ferrara, dove si annidano specie e categorie diverse a seconda dei differenti dipartimenti.


Un tempo le Colonne d’Ercole rappresentavano i confini del mondo fino ad allora conosciuto e, secondo le antiche credenze popolari, oltre le stesse vi sarebbero sorti pericoli e strani animali d’ogni tipo… pensandoci bene non avevano tutti i torti.


Alla fine di Corso d’ Ercole d’Este, tenendo alle spalle il Castello Estense, oltre alla Certosa monumentale troviamo un luogo mistico ed irreale: la facoltà di Giurisprudenza. La dimora si presenta con la nobile struttura di famiglie facoltose dell’epoca: cortili interni, travi a vista ed affreschi. L’aria che si respira all’interno è molto pesante, s’avverte infatti il peso di tomi giuridici extralarge e glosse maniacali sulla propria testa. L’immagine che mi viene subito in mente è quella di un giudice con sembianze demoniache con occhi di bragia posto appena sopra il portale d’ingresso che, con voce grossa, continua a ripetere parole malvagie come “ignorantia juris non excusat!”.

martedì 2 ottobre 2012

L' uomo di fianco



Scruta l’orizzonte dal lato finestrino l’uomo di fianco. Non chiude gli occhi, avverte i colori della terra che sta lasciando. Chissà dove va l’uomo di fianco, attende l’arrivo di qualcosa, magari di una notizia, nuove direttive di lavoro, un figlio da riabbracciare che vive lontano. Le sue rughe mi fanno capire che può aver trascorso sessant'anni anni su questa terra, rughe scavate dalla fatica dei campi, da quel sole cocente forse, da quelle olive così preziose per le nostre famiglie di Sud.